10: i femminicidi in Italia dall’inizio di quest’anno (gli ultimi due ieri, vigilia della giornata internazionale della donna)
7 milioni: le donne che hanno subìto abusi nella loro vita
2mila: gli orfani di femminicidi Continua a leggere
10: i femminicidi in Italia dall’inizio di quest’anno (gli ultimi due ieri, vigilia della giornata internazionale della donna)
7 milioni: le donne che hanno subìto abusi nella loro vita
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Nella fredda mattinata di oggi, presso l’ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Perugia, Leonardo Cenci ha cessato di vivere. Aveva 46 anni, a dare notizia della sua morte è stata l’associazione “Avanti tutta” da lui stesso fondata qualche anno fa e che attraverso le proprie pagine social ha emesso un piccolo comunicato che inizia cosi: “Il nostro Leo è volato in cielo, tra gli angeli.
La sua missione sulla terra è terminata questa mattina, poco dopo le ore 10.”
Alte vie non di fuga ma di responsabilizzazione. Per percorrere sentieri nuovi e rigeneranti, dopo aver battuto strade corrose dal sale delle dipendenze. La montagna come simbolo di sfida con se stessi, l’approdo in vetta di un traguardo raggiunto ma mai definitivamente conquistato. Perché basta un piede in fallo per scivolare giù lungo la china e ritrovarsi al punto di partenza. Per Luca e per i suoi compagni il trekking d’alta quota è diventato una metafora di vita: mettersi alla prova, sviluppare il senso del limite, faticare per arrivare in cima: liberarsi dalla schiavitù delle sostanze stupefacenti. La chiamano Montagnaterapia, un progetto promosso da una rete di soggetti e cooperative sociali della Lombardia, che mira a restituire indipendenza fisica e mentale a coloro che, finiti nel tunnel della droga, dell’alcool e del gioco d’azzardo, stanno cercando un’exit strategy. Continua a leggere
“Ho giurato di non stare mai in silenzio, in qualunque luogo e in qualunque situazione in cui degli esseri umani siano costretti a subire sofferenze e umiliazioni. Dobbiamo sempre schierarci. Continua a leggere
“Il bianco non è assenza di colore, ma pienezza d’amore, bontà e calore”. Inizia così la poesia di Alessio, oggi studente universitario ma che all’epoca della composizione aveva appena 12 anni. I suoi versi esprimevano il cammino non facile verso l’accettazione di una malattia genetica rara che lo accompagnerà per la vita: l’albinismo. Un modo semplice e genuino di comunicare la propria realtà che sottendeva una richiesta di affetto e comprensione altrui. L’albinismo è insieme una patologia e una questione sociale poco conosciuta ed affrontata tutt’oggi. A raccontarla e viverla in prima persona è Elisa, 46enne di Pavia, presidente di Albinit, associazione che ha l’ambizione di aiutare a superare i piccoli e grandi ostacoli quotidiani che l’albinismo comporta. Continua a leggere
Buona estate a tutti i lettori. A presto con i volti, le storie e le inchieste di “Uno, Nessuno, 60Milioni”. Intanto, vi lasciamo in compagnia dei versi del poeta spagnolo Federico Garcia Lorca… Continua a leggere
“Mi uccideranno, ma non sarà una vendetta della mafia, la mafia non si vendica. Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri.”
Il magistrato Paolo Borsellino, ucciso in via D’Amelio il 19 luglio di 26 anni fa. Continua a leggere
L’alba che si fa tramonto,
l’agognata primavera si congela.
Lo sguardo esce dal mondo per poi rintanarsi subendo l’affronto.
La testa resta alta, il ventre l’anela, Continua a leggere
Prudenti, riflessivi, a volte un po’ testardi ma anche teneri. Terapeutici, specie per i bambini. E sì: decisamente ingegnosi. Chi mai direbbe che stiamo parlando di asinelli? Eppure è così: perché i somari, da sempre sinonimo d’ignoranti e per questo bistrattati, sono in realtà animali giudiziosi ed assennati. Capaci, con la loro presenza, di aiutare le persone a guarire o, per lo meno, a sentirsi meglio. Lo ha appurato Valeria, che dalle rive del Lago di Como è approdata nel cuore Verde d’Italia per allevare asini ragusani e permettere a grandi e piccini di trarre benefici dal contatto con essi, nella rigogliosa cornice di un agriturismo eugubino. Continua a leggere
“Femminuccia”. “Sgualdrina”. “Checca”. “Isis”. Sono striscianti, s’annidano nelle pieghe della nostra forma mentis e, il più delle volte, tendiamo a minimizzarli. La verità è che albergano nel profondo di ciascuno di noi e non hanno alcuna intenzione di sloggiare. Sono gli stereotipi, figli di un sessismo e una xenofobia latenti, quelli che ci inducono a bollare le donne come sesso debole, i ragazzi sensibili come effeminati, i gay come deviati, gli stranieri come criminali. Apertamente neghiamo di avere pregiudizi ma poi, presi alla sprovvista, nei momenti goliardici o rimasti soli con noi stessi, ci lasciamo andare ai più grevi cliché. A scoperchiare il nostro vaso di Pandora ci pensano da qualche anno Marta e le “SCOSSE”, animatrici dell’omonima associazione di promozione sociale che si propone di diffondere l’educazione al rispetto delle differenze fin dalla prima infanzia, attraverso progetti di formazione negli istituti scolastici, rivolti ad alunni e docenti. Continua a leggere